La norma UNI per la standardizzazione dei colori della raccolta differenziata

La norma UNI 11686 sui Waste Visual Elements, è nata con lo scopo di uniformare in tutta Italia i colori e, più in generale, gli elementi visivi che identificano i contenitori per la raccolta dei rifiuti urbani
(simboli e testo). Con rammarico però posso constatare che la norma è ancora poco applicata, dai comuni così come dalle aziende. Nelle immagini due esempi di differente formulazioni di colori.


I Comuni italiani, infatti, possono decidere autonomamente gli elementi grafici apposti sui contenitori per la raccolta differenziata: a Milano, a Napoli e a Roma, per esempio, i colori dei cassonetti per raccogliere lo stesso tipo di rifiuto differiscono tra loro creando un caos multi-cromatico che mette in difficoltà le persone e penalizza – al tempo stesso – l’efficacia della raccolta differenziata; a Roma il cassonetto verde è sinonimo di indifferenziato mentre a Milano e Napoli accoglie solo ed esclusivamente il vetro; a Roma si devono conferire il vetro, la plastica e il metallo nel cassonetto blu che a Milano non esiste mentre a Napoli accoglie l’indifferenziato.

Grazie alla pubblicazione da parte dell’Ente Italiano di Normazione (UNI) della norma 11686:2017, i Comuni della Penisola possono standardizzare la combinazione di elementi visivi utilizzati per riconoscere e individuare le diverse tipologie di rifiuti urbani: uno stesso colore e una stessa icona indicheranno con facilità a un cittadino così come a un turista dove gettare plastica, vetro, oppure l’umido.

Questi i colori indicati dalla norma tecnica UNI 1686:2017, entrata in vigore il 28 settembre 2017:

  • blu per la carta,
  • marrone per l’organico,
  • giallo per la plastica riciclabile;
  • turchese per i metalli,
  • verde per il vetro,
  • grigio per l’indifferenziato.

Secondo la definizione dell’UNI, “La presente norma definisce un modo per identificare le varie frazioni di rifiuti urbani mediante un insieme di elementi visivi, compresi colori, simboli e testo. Essa è destinata a creare un modello unico operativo per identificare facilmente i contenitori per i rifiuti attraverso alcuni elementi visivifacilitando così i servizi di raccolta e di riciclaggio/recupero sia per i consumatori che per il gestore del servizio.”

Come ricordato dall’UNI nel suo comunicato, pertanto, l’Italia è il primo Stato europeo a dotarsi di questa norma che ha il fine, tra l’altro, favorire l’obiettivo Ue di raggiungere il 65% di raccolta differenziata e il 50% di reale avvio a recupero.  Infatti, la norma 11686:2017, attesa da tempo dagli operatori del settore e dalle autorità operanti sul territorio, ha lo scopo di facilitare e rendere univoca l’identificazione dei contenitori dedicati alla raccolta dei rifiuti, migliorando la raccolta differenziata delle diverse tipologie di rifiuto urbano.

“La direttiva europea 2008/98/Ce e le leggi vigenti impongono di raggiungere il 65% di raccolta differenziata e il 50% di reale avvio a recupero. Tali obiettivi hanno bisogno anche del sostegno di norme tecniche che aiutino a uniformare le attrezzature a favore del corretto utilizzo da parte del cittadino, del turista e degli operatori del settore della raccolta dei rifiuti urbani. Potranno essere riutilizzati con facilità i bidoni e i cassonetti già in uso”.

Oltre ai vantaggi di comprensibilità per i cittadini e una riqualificazione grafica che migliora l’estetica e spinge a migliorare la purezza dei materiali conferiti, c’è un grande vantaggio nel standardizzare contenitori e strumenti necessari nei processi di raccolta. Pensiamo per un attimo all’insieme di bidoni per la raccolta differenziatacassonetti della spazzatura o pattumiere sotto lavello, che diventano oggetti consueti per produttori ed utenti. Permettendo alle aziende di dare vita ad economie di scala di produzione, abbattendo stock di magazzino di colorazioni particolari e velocizzando il reperimento di ricambi grazie alla standardizzazione, si potrà verificare una diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti finiti, portando risparmio anche ai cittadini. Uniformare, quindi, significa maggiori vantaggi per tutti.

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